giovedì 13 agosto 2015

Gli sequestrano il cinghiale, Antonio Bellesi vuole giustizia

Antonio Bellesi, per gli amici Nazzareno, ex assessore comunale di Corridonia, residente nella frazione di Colbuccaro, una persona molto conosciuta e stimata nei giorni scorsi ha subito il sequestro  da parte  della Forestale del suo cinghiale e si è sfogato sul sito del CORRIERE ADRIATICO. E’ lui stesso a voler raccontare la storia. “Esigo che mettiate il mio nome perché non ho fatto nulla di male e non ho niente di cui vergognarmi. Anzi, voglio che tutti sappiano come sono andate le cose. L’anno scorso, a marzo, stavo raccogliendo gli asparagi con la mia compagna nella zona del torrente Fiastra, vicino alla riserva naturale dell’Abbadia - racconta -.
A un tratto ho visto un cucciolo di cinghiale, era solo e deperito. Così ho deciso di portarlo a casa. Ho subito cercato di registrarlo, recandomi anche in Provincia. Ma
tutti mi hanno detto che non era possibile. Io nel frattempo mi ero affezionato a lui e proprio non riuscivo ad abbandonarlo. Era più forte di me. Non l’avevo certo preso per venderlo o ucciderlo. Gli avevo anche messo un collare con un campanello, lo portavo pure a fare delle passeggiate lungo i campi. Le persone che passano ancora si fermano a vederlo, da queste parti è diventata una mascotte”.
Nei giorni scorsi il controllo effettuato dal Corpo forestale dello Stato e Bellesi è stato denunciato all’autorità giudiziaria perché, stando a quanto ricostruito dagli agenti, non aveva alcun tipo di permesso e la struttura non era idonea. Contestata la violazione della legge che regolamenta la detenzione degli animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica.
“Gli agenti - continua l’ex assessore Antonio Bellesi - mi hanno detto che in realtà potevo fare domanda in prefettura per registrare il cinghiale, classificandolo come animale disperso. Ma questo l’ho saputo solo ora, prima tutti mi avevano detto che era impossibile. Il problema, lo ripeto, è che non ho avuto il coraggio di lasciare Balotelli. Ora l’animale è sotto sequestro qui da me, in attesa che l’Asur, come detto dalla Forestale, trovi un posto migliore. Io invece penso che non ci sia un luogo migliore di questo, vicino a persone che gli vogliono bene e continueranno a volergliene. Lo consideriamo un animale domestico, uno di noi. L’unica mia colpa è quella di essermi troppo legato a lui”.

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