RICEVIAMO
E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
Più della
metà del reddito serve per pagare le tasse. A Macerata,
nel 2016, un imprenditore artigiano medio paga il 61,2%
di tasse (Total Tax Rate, cioè peso
complessivo del fisco), potendo contare su un
reddito disponibile di poco superiore a 19.300
euro (854 euro in meno rispetto a 5 anni fa). Dall'11
agosto smetterà di lavorare per il fisco e
inizierà a guadagnare per se stesso e la sua impresa, nel
cosiddetto “tax free day”
o giorno della liberazione dalle tasse. La stima è riferita ad
un’impresa individuale, con 5 dipendenti, un laboratorio artigiano
di 350 metri quadrati e un negozio di 175, con 430mila euro di
fatturato e 50mila euro di utili.
In relazione
a questi dati, Macerata ottiene un poco ammirevole 52esimo
posto (su 124) nella classifica delle città
italiane dove la pressione fiscale è più alta. Il primo posto
spetta a Reggio Calabria, con il 73,2% (seguita da Bologna, Roma,
Catania e Firenze), mentre la città meno onerosa è Gorizia, con il
Ttr al 54,4% e Tax free day il 17 luglio.
A livello
regionale, le imprese più tartassate sono quelle di Pesaro
(31esimo posto): gli artigiani pesaresi nel 2016 dovranno pagare il
63,4% di tasse e
lavoreranno per se stessi solo dal 19 agosto.
A seguire
Urbino (61,3%), Macerata (61,2%), Ancona (60%), Fermo (58,9%) e
Ascoli Piceno (58,9%).
Sono gli
esiti dello studio dell’Osservatorio sulla Tassazione delle Pmi
condotto per il terzo anno da CNA Nazionale, che ha esaminato 124
comuni italiani, a partire da tutti i capoluoghi di regione e di
provincia, analizzando la variazione dell'incidenza delle imposte dal
2011 al 2016. Sono state prese in esame le tasse pagate a Stato,
Regione ed enti locali; IRPEF, contributi previdenziali, Irap, Tari e
Tasi.
“Il
2015 ha segnato una discontinuità effettiva nelle politiche fiscali,
un beneficio che ha riguardato anche artigiani, micro e piccole
imprese – commenta il Direttore
Provinciale di CNA Macerata Luciano Ramadori
- ma il livello della pressione fiscale in
Italia rimane intollerabile: 19,4 punti percentuali più della media
europea. E anche a Macerata, senza dubbio gli artigiani non fanno
salti di gioia, seppure la percentuale rimanga ferma a quella
registrata nel 2015 e molto minore del 2014. Allora, infatti, il peso
del fisco era del 64,8% e il reddito netto disponibile di appena
17.600 euro”.
A produrre
principalmente questa diminuzione la deducibilità completa dall’Irap
del costo dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato
e l’esenzione dalla Tari delle aree destinate alla produzione di
rifiuti speciali.
Aggiunge il
Presidente Provinciale CNA Giorgio Ligliani:
“Purtroppo per il 2016 l’Osservatorio
prevede addirittura un lieve incremento della pressione fiscale
nazionale, destinata a salire al 61% complessivo: la maggior parte
degli interventi introdotti con Legge di stabilità del 2016 non
produrranno effetti sensibili sulle imprese di
minore dimensione, se non il beneficio che deriva dal super
ammortamento relativamente agli investimenti effettuati in corso
d’anno. La CNA ha
lanciato 10 proposte per il contenimento della pressione fiscale, che
la settimana scorsa sono anche state oggetto di un'interrogazione
parlamentare. Tre le direttrici operative: una più consistente
riduzione della pressione fiscale; il capovolgimento della tendenza a
trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli; l’uso
intelligente della leva fiscale per aumentare la domanda interna. CNA
continuerà ad essere vicina alle imprese fornendo le risposte più
utili sul fronte del credito, delle agevolazioni, della formazione,
dell'innovazione, dell'aggiornamento normativo e con i servizi
tradizionali che ne caratterizzano l'attività”.
Contenimento
della pressione fiscale: le 10 proposte CNA
1) rendere
l’Imu sugli immobili strumentali completamente deducibile dal
reddito d’impresa;
2)
utilizzare le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta
all’evasione per ridurre la tassazione sul reddito delle imprese
personali e sul lavoro autonomo;
3)
introdurre una misura premiale che riduca l’imposizione sul reddito
incrementale rispetto al reddito “ideale” stimato dagli studi di
settore;
4) definire
il concetto di autonoma organizzazione ai fini del non
assoggettamento all’Irap;
5)
introdurre l’Iri (Imposta sul reddito delle imprese) per consentire
alle imprese personali di allineare l’imposizione sui redditi
re-investiti in azienda a quella applicata alle società di capitali;
6)
redistribuire il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili
adeguando i valori catastali ai valori commerciali;
7)
trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in
crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari;
8)
introdurre il principio di cassa nella determinazione del reddito
delle imprese personali in regime di contabilità semplificata;
9) eliminare
lo split payment e ridurre la ritenuta sui bonifici, relativi a spese
per le quali sono riconosciute le detrazioni fiscali, dall’8
perlomeno al 4 per cento, come in precedenza; evitare di spostare
sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente
della fatturazione elettronica B2B;
10)
agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali
tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda,
al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.
L'Ufficio
Stampa Macerata,
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