La
CNA aderisce al Manifesto dei Comuni della Marca Maceratese,
chiedendo che, pur nella situazione emergenziale post sisma, le opere
d'arte rimangano sul territorio. Sintetizza così Giorgio
Ligliani, Presidente CNA Provinciale di Macerata:
“Il
territorio maceratese non deve essere spogliato delle sue bellezze
culturali, qui ci sono i professionisti con le competenze per
occuparsi delle opere che vanno tutelate a seguito degli eventi
sismici.
Per quanto riguarda i beni ecclesiastici, abbiamo fatto presente ai Vescovi di Macera e Camerino, ad esempio, la disponibilità della CNA di effettuare interventi di consulenza gratuita”.
Per quanto riguarda i beni ecclesiastici, abbiamo fatto presente ai Vescovi di Macera e Camerino, ad esempio, la disponibilità della CNA di effettuare interventi di consulenza gratuita”.
Conferenza stampa questa mattina nella sede provinciale
con i vertici dell'associazione, i restauratori Milko Morichetti,
Alfredo Belleggia, Marco Paolucci, Maria Luisa Omenetti Tronelli,
Alessandra Casalini e l'assessore alla Cultura del Comune di Macerata
Stefania Monteverde.
“Nei
14 incontri che abbiamo organizzato in queste settimane nei centri
dell'Alto Maceratese
- afferma
Luciano Ramadori, Direttore CNA Provinciale di Macerata - abbiamo
rilevato timori e necessità di artigiani, commercianti, operatori
turistici, ristoratori, tutti soggetti colpiti dai recenti sismi. La
preoccupazione che arriva dall'area interna è che la ricostruzione
non si basi su un'idea di qualificazione del territorio, con il
rischio che si finisca per costruire case destinate a restare vuote!
La bellezza della marca maceratese è da salvaguardare: la nostra
associazione rappresenta un tessuto economico che l'assenza dei beni
culturali e artistici metterebbe in ginocchio”.
L'appello
della CNA: “Stiamo
seguendo gli sviluppi della normativa, abbiamo incontrato tante
imprese e famiglie, conosciamo gli aspetti psicologici della
situazione
– sostiene Federica
Carosi, funzionaria CNA - ma
avvertiamo le istituzioni lontane: con le persone fuori casa, c'è
bisogno di risposte veloci. Stiamo perdendo tempo, e quindi valore.
Ci vogliono tempi rapidi e burocrazia che consenta di tornare ad
avere una situazione, anche economica, sostenibile nel breve tempo, e
corrispondente alla gravità del momento che stiamo vivendo. I beni
culturali ci aiutano a tenere sul territorio artigiani, popolazione
ed economia”.
Ma
come evitare che le opere d'arte lascino un territorio ferito dal
sisma ma pur sempre vivo e attivo? Milko
Morichetti, portavoce dei restauratori di CNA,
fornisce alcuni spunti: “E'
necessario
bloccare il progetto del Ministero di spostare le opere alla Mole
Vanvitelliana di Ancona, per allestire magazzini e laboratori di
restauro sul posto. Da Tolentino all'Appennino tutte le opere sono
state colpite: guide turistiche, operatori museali, restauratori,
albergatori, il mondo della ricettività e del commercio vivranno un
periodo difficile, dovranno forse cambiare lavoro? Non è secondario
organizzare sul posto o in prossimità dei luoghi colpiti magazzini
con le opere recuperate subito fruibili dalle popolazioni, con eventi
dedicati: il legame con le comunità locali è e resta
importantissimo. Ben venga il coinvolgimento degli istituti
nazionali, come l'Opificio delle Pietre Dure e l'Istituto Centrale
del Restauro, è un'opportunità per far crescere artigiani, ma gli
investimenti devono essere fatto qui perché qui sono gli operatori
in difficoltà. I Comuni devono dare subito risposte, individuando
luoghi per il deposito delle opere, solo così se ne può bloccare
l'esodo, reimpiegando coloro che hanno perso il posto di lavoro”.
(segue)
Una
linea sposata dall'assessore
maceratese Stefania Monteverde,
che ricorda come pensare ai beni culturali non sia snobismo o
campanilismo, ma vuol dire pensare alla tenuta del territorio:
“L'attenzione va tenuta altissima: non si tratta di opporsi alla
Sovrintendenza o al Mibact, ma semplicemente di parlarne insieme. Su
questo aspetto chiediamo un confronto, una condivisione delle
decisioni, anche in considerazione del movimento di opinione
creatosi, partito dal basso. Nel Maceratese gli spazi adeguati ci
sono, non siamo certo tutti inagibili. Il sindaco Carancini ha
convocato per il 27 dicembre una commissione proprio per discutere di
questo tema”.
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