Fonte-corriereadriatico: Vincenzo Budassi, 65enne di Corridonia, è
rimasto agli arresti domiciliari per 17 giorni, ma era innocente. La
Corte di Appello di Ancona ordina al Ministero dell’Economia il
pagamento di 1.600 euro come risarcimento per l’ingiusta
detenzione. «La cifra è ridicola, ci dovrò pagare l’avvocato ma
per me era una questione di principio, un risarcimento personale,
anche se il danno morale che ho avuto è incalcolabile».
La Procura
lo aveva indagato per associazione a delinquere finalizzata alla
truffe alle assicurazioni con falsi incidenti stradali, ma lui era
assolutamente estraneo ai fatti contestati. «L’incidente - ha
spiegato il suo legale, l’avvocato Cristiano Elisei - ritenuto
truffaldino si era verificato realmente e non c’era stata alcuna
richiesta di risarcimento per danni fisici. Per quell’incidente non
fu prodotto nemmeno un certificato medico e Budassi ricevette il
risarcimento solo del danno avuto all’auto, addirittura, da una
compagnia diversa da quella indicata nel capo d’imputazione».
«Ero indagato - ha raccontato ieri Budassi - insieme ad altre persone con cui non ho mai scambiato una parola». Nel 2008 Budassi ricevette l’avviso di garanzia. «La mattina del 14 ottobre del 2009 alle 5 del mattino i carabinieri hanno suonato a casa, io stavo dormendo. Hanno operato con delicatezza, hanno fatto una perquisizione, cercavano delle carte, poi mi hanno fatto vestire e mi hanno detto che dovevano notificarmi un’ordinanza di misura cautelare ai domiciliari. Per me è stato uno choc, sono incensurato, non ho altre condanne, né processi in corso. Ero andato in pensione un mese e mezzo prima, facevo l’assistente tecnico di elettronica all’Ipsia di Corridonia e mi sono trovato in un incubo. Per 17 giorni ho potuto parlare solo con mio fratello. È stato un inferno».
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