Taglio del
nastro, lo scorso 17 febbraio, per la nuova sede di CNA e CIA a San
Severino Marche, in via Virgilio da San Severino. Per l'occasione,
l’incontro “L’anima dei luoghi, un
confronto sulla ricostruzione”,
organizzato all’Istituto “Tacchi
Venturi” in collaborazione con il Centro di
Educazione Ambientale Casa Ecologica, ha offerto un momento di
confronto tra esperti, istituzioni, tecnici e amministratori sul tema
della ricostruzione post sisma.
Ospite del
convegno anche il consigliere regionale civitanovese Francesco
Micucci, al quale è stata data la disponibilità da parte delle
associazioni di categoria CNA e CIA, dei sindacati CGIL e CISL,
Università di Macerata ed esperti per la creazione di un tavolo di
discussione a livello regionale relativo alla fase di ricostruzione
soprattutto da un punto di vista sociale e relazionale.
Ad aprire i
lavori dell’assemblea, coordinati da Leonardo
Virgili responsabile CEA Casa Ecologica, i
saluti della presidente regionale della Confederazione Italiana
Agricoltori Mirella Gattari
e del presidente CNA Provinciale di Macerata Giorgio
Ligliani, che hanno preceduto l’introduzione
fatta dal Direttore Provinciale CNA Luciano
Ramadori.
"La
ricostruzione non è solo una scelta urbanistica e architettonica.
Riguarda la memoria dei paesi, la possibilità di mantenere la rete
di relazioni e legami che li costituisce, la capacità di rigenerarne
e re-inventarne l’identità. Per questo è necessario riflettere da
subito, ora che la macchina della ricostruzione sembra mettersi in
moto, su «dove e come ricostruire» e sul suo senso per il futuro
dei paesi colpiti." Il collegamento
telefonico con il professor Vito Teti,
docente di Antropologia Culturale Università di Calabria,
ha aperto il dibattito, evidenziando quanto sia importante evitare di
perdere quest'anima dei luoghi, fatta di reti sociali, di comunità
che solo il tempo potrà restituire.
“Il
terremoto" ha spiegato Eleonora
Cutrini, docente di Economia Applicata dell’Università di
Macerata, “ha
colpito un territorio la cui economia era già fragile, quindi la
ricostruzione potrebbe essere un'occasione per ripensare quest'area
anche da un punto di vista economico, comprenderla, rigenerarla verso
una cultura dell'accoglienza, della formazione continua, per porsi di
fronte al mondo e intercettare i suoi bisogni specifici”.
Elena
Battaglini, responsabile della ricerca
“Economia Territoriale”
della Fondazione Di Vittorio, ha sottolineato la ciclicità del
fenomeno sismico: “è dalla negazione del
rischio che nascono i problemi. Nelle
crisi che si sono succedute in Italia si sono messi in campo diversi
modelli di intervento, ma è stata la partecipazione dal basso a fare
la differenza. Credo che anche in questo caso si possa andare verso
quella direzione.”
Il
Rettore dell'Università di Macerata Francesco Adornato
è intervenuto rimarcando il ruolo delle Università “quali
luoghi del pensare, nel ricostruire questa idea di futuro, usando
nuove categorie”.
Le
conclusioni sono state affidate al professor Massimo
Sargolini docente di Urbanistica dell’Università di Camerino
e componente del Comitato Tecnico Scientifico per la Ricostruzione,
il quale ha sottolineato come “la
ricostruzione debba tener presente l'anima dei luoghi, in un rapporto
spazio-temporale. Ricostruire tutto com'era? Non sarà possibile. È
da capire e reinventare”.
L'Ufficio
Stampa Macerata, lì 21 febbraio 2017
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